sabato 28 settembre 2013

Voci annodate




… si è negato a me l’amore!
Continua a farlo,perché?
Mi umilio per non esserne degno;
per non aver strappato drappi riciclati.
Porto addosso una croce,
i flagelli dei superbi regni,
il nome suo l‘ho inciso su una pietra;
tra la miseranda opra dell’inimico melodramma.
Racconto vita a chi non crede,
a te sconosciuta la bellezza acceco,
il mio brando annodi ;
ferisci il petto col sangue mio .
L’unica rivalsa è scrivere versi!
in spazi aperti gli irti colli,
nel basso loco annodo spaghi;
tra i righi scrivo le aspirate note.
E in esse trovo la purezza dell’innamorato intrepido!
Trovo il canto libero, un ritmo capriccioso,
come per l’acqua la sete è pietra preziosa;
per la campana è la fine d’una vita.
Voci annodate mi hanno strozzano !
Mi han lasciato singhiozzi ottusi,
l’ingiuria pigra ha travasato vasi;
bramoso di sesso m’imbratto il cuore.

Poetanarratore.

5 commenti:

  1. Caro poeta narratore, trovo questa poesia molto bella solo che lascia un po di amaro in bocca.
    Tomaso

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  2. E li sai scrivere molto bene i versi, Giò.
    Questa poesia è fantastica.
    Grazie per averla condivisa con noi.
    Marilicia

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  3. Grazie amici ,un abbraccio ! A te Marilicia con affetto...

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  4. ....e il tuo 'canto' non è annodato, anzi...vibra come sempre di intense note !!! un abbraccio Giò!!!

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