venerdì 8 gennaio 2010

Ti sento



Foto tratta dal Web.
 



Svuoto la mente dai pensieri
e riesco a colmare le distanze.

Ti sento ,
la tua pelle sulla mia,
le tue mani che mi cercano
in un delirio di passione.
Mabbandono alla tua stretta,
alla magia delle carezze,
mentre il cuore annega
in un mare di dolcezze.
Stiamo avvinti ad ascoltare
una musica divina,
che in un vortice ci trascina.
Sono arpe, sono violini
in un concerto per noi due,
che sembra arrivi da lontano
da uno spazio..dallinfinito.
Saranno angeli, cherubini
che si scambiano sorrisi,
che proteggono questo amore
dalle insidie del dolore.
Siamo finalmente uniti,
nulla più ci divide,
lo capisco dal tuo sguardo
che è incatenato al mio.
Accarezzo il tuo petto,
i tuoi morbidi capelli,
poi ti stringo ancor più forte
mentre bevo il tuo respiro.
Chiudo gli occhi, non ho pensieri,
sono avvolta da mille luci,
da farfalle colorate
che svolazzano dintorno.
Riapro gli occhi. è quasi giorno,
il cielo è azzurro, spunta il sole,
apro i vetri della finestra
e offro il viso al suo tepore.

   (Marilicia)  


mercoledì 6 gennaio 2010

lunedì 4 gennaio 2010

Tuffarmi vorrei
nella triste stagione
della vita
e nuotar tra genuine onde...

Tendere vorrei
le mani
e librarmi in volo
tra quellimmenso blu
e tremante cader
tra fiocchi dattimi...

Chiuder vorrei
gli occhi
e riudir gli echi
della mia infanzia
e rivedermi bere
alla sorgente della vita
con le mani aperte...

Artù

Per te, Fiore, e gli amici di Alter Ego...



...il musetto del mio adorato Artù...


domenica 3 gennaio 2010

... e arrivasti tu .


 .… e arrivasti tu .

… e arrivasti tu ed io non ti vidi
fiore che ho perso nel giardino delle rose,
dove i solchi dell’anima annaffiano e scorrono veloci
e la sola donna aspetta il magico momento
in me è una vita che ti sogno …

… ma dove ! dove sei ?
ho smesso di sognare e non ho più voce per gridare,
mi sono fatto deluso dell’amore
e ho perso la pazienza di aspettare …

… e arrivasti tu ed io c’ero
occhi si chiudevano dietro usci ciechi e in vicoli smarrivo,
e al primo tuo cenno io ti beffeggiavo
non capivo! il tesoro che tu eri ,
ora lacrime di coccodrillo mi lasciano da solo …

… ma tu eri una farfalla e volavi!solo in primavera tra il polline e il mare ,
e la sera ascoltavi i grilli e cantavi la mia poesia io la tua!
il cuore festeggiava dentro una canzone ,
le mani perdevano il senno e ubriache tra la carne la scioglieva …

… … oh com’eri bella ! Anche una stella ti era sua gemella
il sole e la luce il tuo spirito a me conduce,
riverbera la pace ed è l’empatia che a te mi avvicina
sente la tua fragranza anche se non ci sei …

… e arrivasti tu e il mondo poi si cambiò ;
anche le cicale smisero di cantare estraniate dal dolore,
non cantano più sotto la calura mentre la fronte cola
e le lucciole di notte si nascondono dietro rami …

…. ho paura di essere rifiutato e mi nascondo in parole vuote
forse questo grido fa il giro per il mondo?
farà le sue fermate nell’universo e su di un colle troverà quiete
nel paese di latte e miele e di zucchero filato …

… esci fantasma … esci da me e fatti carne ,
sangue da scaldare e vino da inebriare ,
fatti materia e entra nel mio cuore e spumeggia le belle fantasie
le dolci aurore che tu donna solo tu puoi dare …

… arrivasti tu ed io non c’ero ,ero solo sprovveduto ,non capivo !
non ho saputo cogliere il dovuto e mi son reciso,
nella mente del passato tutto ho archiviato
vieni amore poi potrò morire …

Poetanarratore .

sabato 2 gennaio 2010

La luna occhieggia


 
Foto tratta dal Web.


Occhieggia la luna allanno nuovo
è lì che brilla e sembra sorrida,
illumina il percorso allanno che muore
e laccompagna nellultimo cammino.

Tutto ciò che finisce mette tristezza
ed è questa la costante della vita,
forse è la ragione della mia malinconia
lo sfrondare delle cose lungo la via.

Non vorrei mai perdere nessuno
chi mi lascia impoverisce la mia vita,
i miei affetti vorrei averli sempre accanto
il pensiero di perderli mi sgomenta.

La fedeltà mia, ormai desueta, 
non sempre viene apprezzata,
anzi a volte crea pregiudizi
in chi non ne capisce la valenza.

Guardo la luna che occhieggia allanno nuovo
cede il passo ad una nuvoletta  e poi sorride,
io la prego di mandarmi giù un raggio
lei mi vede sola e...non se ne cura!

(scritto da Marilicia il  31/12/2009)

venerdì 1 gennaio 2010

Anno (nuovo)

Arrivi,
abbagliando abbondanti acrobazie,
additando apposta ad alcuni affanni.

Abile adescatore,
affiderai, ancora adolescente,
afrodisiaci auspici
ad avide autrici,
appena avrai allocato
ampi addii...

Amico alquanto apprensivo,
avrai, alfine, armoniosamente
abbellito amari altari,
allorquando assicurerai
ambigue avversità.
ad autonome azioni.

Ode al primo giorno dellanno


"Ode al primo giorno dell’anno"
(di Pablo Neruda, Terzo libro delle odi, 1957)

Lo distinguiamo dagli altri
come se fosse un cavallino
diverso da tutti i cavalli.
Gli adorniamo la fronte
con un nastro,
gli posiamo sul collo sonagli colorati,
e a mezzanotte
lo andiamo a ricevere
come se fosse
un esploratore che scende da una stella.

Come il pane assomiglia
al pane di ieri,
come un anello a tutti gli anelli: i giorni
sbattono le palpebre
chiari, tintinnanti, fuggiaschi,
e si appoggiano nella notte oscura.

Vedo lultimo
giorno
di questo
anno
in una ferrovia, verso le piogge
del distante arcipelago violetto,
e luomo
della macchina,
complicata come un orologio del cielo,
che china gli occhi
allinfinito
modello delle rotaie,
alle brillanti manovelle,
ai veloci vincoli del fuoco.

Oh conduttore di treni
sboccati
verso stazioni
nere della notte.
Questa fine dellanno
senza donna e senza figli,
non è uguale a quello di ieri, a quello di domani?

Dalle vie
e dai sentieri
il primo giorno, la prima aurora
di un anno che comincia,
ha lo stesso ossidato
colore di treno di ferro:
e salutano gli esseri della strada,
le vacche, i villaggi,
nel vapore dellalba,
senza sapere che si tratta
della porta dellanno,
di un giorno scosso da campane,
fiorito con piume e garofani.

La terra non lo sa: accoglierà questo giorno
dorato, grigio, celeste,
lo dispiegherà in colline
lo bagnerà con frecce
di trasparente pioggia
e poi lo avvolgerà
nell’ombra.

Eppure
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell’anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani
a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire,
a sperare.

Ti metteremo
come una torta
nella nostra vita,
ti infiammeremo
come un candelabro,
ti berremo
come un liquido topazio.

Giorno dellanno nuovo,
giorno elettrico, fresco,
tutte le foglie escono verdi
dal tronco del tuo tempo.

Incoronaci
con acqua,
con gelsomini aperti,
con tutti gli aromi spiegati,
sì,
benché tu sia solo un giorno,
un povero giorno umano,
la tua aureola palpita
su tanti cuori stanchi
e sei,
oh giorno nuovo,
oh nuvola da venire,
pane mai visto,
torre permanente!

e dopo questa bella poesia del grande Neruda che benaugura il nuovo anno che ne dite di un cioccolatino portafortuna offerto da me? Auguri amici !

cioccolatini portafortuna!

Buon Anno!

B alzi
U urlando in
O rbita arrecando
N ovità

A llegro
N ovizio
N ascondi
O scillanti tregue