venerdì 23 maggio 2014
mercoledì 21 maggio 2014
domenica 11 maggio 2014
Buona Festa della Mamma
Ora Nel Vento
Nell’oceano
Dei tuoi desideri repressi
Navigava il tuo credo di madre
Per istinto felina e protettiva .
“Donna partorirai con gran dolore “
e lo sapevi quando , per vocazione ,
sentivi dentro al tuo ventre
i palpiti e gli spasimi
e tu stringevi i denti
senza un lamento piena d’emozione .
Poi ad uno ad uno , col passar degli anni,
ti lasciarono sola per andare
in una terra dove il pane è duro
a fare i vu’ cumprà o gli accattoni
ma tu non lo sapevi .
Nell’ultimo sospiro li chiamasti
Come un appello antico , una preghiera ,
e in quel momento
non tutti li vedesti al capezzale .
ora madre senza confini , senza più desideri
tu certamente ascolti
echi dei vu’ cumprà , di quei tuoi figli ,
nel vento , nell’azzurro , nella pace
dei tuoi incomunicabili silenzi…
Luciano Somma
Un caro saluto a tutti voi,
sempre con Tanto Amore nel cuore…
Per te mamma
Mamma
sarà forse per il nome che mi hai dato
che io amo tanto i fiori...
Il fiore più bello eri tu,
ma da quando non ci sei più
ogni fiore che sboccia
è per te
così come il mio pensiero
ogni giorno
di ogni settimana
di ogni mese
di ogni anno....
Tua Fiorella
sabato 10 maggio 2014
Festa della Mamma
AUGURI
a tutte le mamme
amiche e collaboratrici di questo blog.
a tutte le mamme
amiche e collaboratrici di questo blog.
da oasidellapace.blogspot.com
Marilicia
lunedì 5 maggio 2014
Il cinque maggio
Lo scrittore italiano Alessandro Manzoni realizzò i
famosi versi in seguito alla notizia della morte di Napoleone, avvenuta
appunto il 5 maggio del 1821.
Manzoni non si era mai preoccupato molto delle vicende legate al famoso condottiero corso.
Tuttavia, una volta scomparso, sentì il desiderio di raccontarne le gesta, dal successo al declino, senza esaltarlo o criticarlo.
Fu scritta in soli tre giorni, grazie ad una forte spinta emotiva, tra il 17 e il 19 luglio dello stesso anno.
Manzoni non si era mai preoccupato molto delle vicende legate al famoso condottiero corso.
Tuttavia, una volta scomparso, sentì il desiderio di raccontarne le gesta, dal successo al declino, senza esaltarlo o criticarlo.
Fu scritta in soli tre giorni, grazie ad una forte spinta emotiva, tra il 17 e il 19 luglio dello stesso anno.
Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attonita
la terra al nunzio sta,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attonita
la terra al nunzio sta,
muta pensando all'ultima
ora dell'uom fatale;
né sa quando una simile
orma di pie' mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verrà.
ora dell'uom fatale;
né sa quando una simile
orma di pie' mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verrà.
Lui folgorante in solio
vide il mio genio e tacque;
quando, con vece assidua,
cadde, risorse e giacque,
di mille voci al sònito
mista la sua non ha:
vide il mio genio e tacque;
quando, con vece assidua,
cadde, risorse e giacque,
di mille voci al sònito
mista la sua non ha:
vergin di servo encomio
e di codardo oltraggio,
sorge or commosso al sùbito
sparir di tanto raggio;
e scioglie all'urna un cantico
che forse non morrà.
e di codardo oltraggio,
sorge or commosso al sùbito
sparir di tanto raggio;
e scioglie all'urna un cantico
che forse non morrà.
Dall'Alpi alle Piramidi,
dal Manzanarre al Reno,
di quel securo il fulmine
tenea dietro al baleno;
scoppiò da Scilla al Tanai,
dall'uno all'altro mar.
dal Manzanarre al Reno,
di quel securo il fulmine
tenea dietro al baleno;
scoppiò da Scilla al Tanai,
dall'uno all'altro mar.
Fu vera gloria? Ai posteri
l'ardua sentenza: nui
chiniam la fronte al Massimo
Fattor, che volle in lui
del creator suo spirito
più vasta orma stampar.
l'ardua sentenza: nui
chiniam la fronte al Massimo
Fattor, che volle in lui
del creator suo spirito
più vasta orma stampar.
La procellosa e trepida
gioia d'un gran disegno,
l'ansia d'un cor che indocile
serve, pensando al regno;
e il giunge, e tiene un premio
ch'era follia sperar;
gioia d'un gran disegno,
l'ansia d'un cor che indocile
serve, pensando al regno;
e il giunge, e tiene un premio
ch'era follia sperar;
tutto ei provò: la gloria
maggior dopo il periglio,
la fuga e la vittoria,
la reggia e il tristo esiglio;
due volte nella polvere,
due volte sull'altar.
maggior dopo il periglio,
la fuga e la vittoria,
la reggia e il tristo esiglio;
due volte nella polvere,
due volte sull'altar.
Ei si nomò: due secoli,
l'un contro l'altro armato,
sommessi a lui si volsero,
come aspettando il fato;
ei fe' silenzio, ed arbitro
s'assise in mezzo a lor.
l'un contro l'altro armato,
sommessi a lui si volsero,
come aspettando il fato;
ei fe' silenzio, ed arbitro
s'assise in mezzo a lor.
E sparve, e i dì nell'ozio
chiuse in sì breve sponda,
segno d'immensa invidia
e di pietà profonda,
d'inestinguibil odio
e d'indomato amor.
chiuse in sì breve sponda,
segno d'immensa invidia
e di pietà profonda,
d'inestinguibil odio
e d'indomato amor.
Come sul capo al naufrago
l'onda s'avvolve e pesa,
l'onda su cui del misero,
alta pur dianzi e tesa,
scorrea la vista a scernere
prode remote invan;
l'onda s'avvolve e pesa,
l'onda su cui del misero,
alta pur dianzi e tesa,
scorrea la vista a scernere
prode remote invan;
tal su quell'alma il cumulo
delle memorie scese.
Oh quante volte ai posteri
narrar se stesso imprese,
e sull'eterne pagine
cadde la stanca man!
delle memorie scese.
Oh quante volte ai posteri
narrar se stesso imprese,
e sull'eterne pagine
cadde la stanca man!
Oh quante volte, al tacito
morir d'un giorno inerte,
chinati i rai fulminei,
le braccia al sen conserte,
stette, e dei dì che furono
l'assalse il sovvenir!
morir d'un giorno inerte,
chinati i rai fulminei,
le braccia al sen conserte,
stette, e dei dì che furono
l'assalse il sovvenir!
E ripensò le mobili
tende, e i percossi valli,
e il lampo de' manipoli,
e l'onda dei cavalli,
e il concitato imperio
e il celere ubbidir.
tende, e i percossi valli,
e il lampo de' manipoli,
e l'onda dei cavalli,
e il concitato imperio
e il celere ubbidir.
Ahi! forse a tanto strazio
cadde lo spirto anelo,
e disperò; ma valida
venne una man dal cielo,
e in più spirabil aere
pietosa il trasportò;
cadde lo spirto anelo,
e disperò; ma valida
venne una man dal cielo,
e in più spirabil aere
pietosa il trasportò;
e l'avviò, pei floridi
sentier della speranza,
ai campi eterni, al premio
che i desideri avanza,
dov'è silenzio e tenebre
la gloria che passò.
sentier della speranza,
ai campi eterni, al premio
che i desideri avanza,
dov'è silenzio e tenebre
la gloria che passò.
Bella Immortal! benefica
Fede ai trionfi avvezza!
Scrivi ancor questo, allegrati;
ché più superba altezza
al disonor del Gòlgota
giammai non si chinò.
Fede ai trionfi avvezza!
Scrivi ancor questo, allegrati;
ché più superba altezza
al disonor del Gòlgota
giammai non si chinò.
Tu dalle stanche ceneri
sperdi ogni ria parola:
il Dio che atterra e suscita,
che affanna e che consola,
sulla deserta coltrice
accanto a lui posò.
sperdi ogni ria parola:
il Dio che atterra e suscita,
che affanna e che consola,
sulla deserta coltrice
accanto a lui posò.
Poesia scritta nel 1821 e dedicata a Napoleone
Alessandro Manzoni (Milano, 7 marzo 1785 - Milano, 22 maggio 1873)
fonte
http://www.ecoditorino.org/poesia-il-cinque-maggio-di-alessandro-manzoni.htm
fonte
http://www.ecoditorino.org/poesia-il-cinque-maggio-di-alessandro-manzoni.htm
giovedì 1 maggio 2014
E' ritornato maggio
Con questo roseto in sboccio, vi auguro BUON 1 MAGGIO, ricordando una simpatica filastrocca che mi cantava papà:
" Cucù... cucù... l'inverno non c'è più...è ritornato maggio al suono del cucù! cucù...cucù.."
mercoledì 30 aprile 2014
ღ Le notti di Maggio ღ
Io conosco
la mia vita e
ho visto il mare
e ho visto
l’amore da
poterne parlare
ma nelle notti
di maggio non
puo’ bastare
la voce
di una canzone per
lasciarsi
andare...
Fiorella Mannoia, Le notti di Maggio
domenica 27 aprile 2014
Ti perderai
Sarai nuvola nell’immenso paradiso !
Giocherai con l’amore
con l’incanto dei profumi,
ove la vacua frivolezza ci renderà leggeri.
E dalla vecchia fonte alimenterai la mia vita !
Lì la neve bianca si confonde con l’immenso ,
nei riflessi del sole tra i giardini d’inverno;
col pallido autunno il rossore ci in fabula .
… ti perderai sul mio corpo nudo
che ti darà calore,
ti farà sentire la vera donna che tu sei,
la cenerentola che ho sempre atteso .
Sarai la benedizione sulla terra !
La mediocre attrice che si pavoneggia e si dimena ,
narrerai la favola idiota ;
piena di furia ,senza significati .
Ti perderai tra le lenzuola fresche
a coccolare il panico della noia ,
a scervellarti per capire
se le imprecazioni son preghiere ?
Ti perderai ovunque andrai …
Senza di me mai solleverai il velo del pudore ,
resterai nello scrigno di un tesoro ;
tra la sponda di un canale e l’argine d’un fiume .
E tra lo sguardo penetrante di un innamorato
tra gli afrori d’ogni campo ,
disilluderai passioni e pulsioni ;
reclinata dalle ombre
vedrai la mia spiaggia bionda .
Poetanarratore.
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