Joshua Weinberg prende una sedia.
E’ difficile trafiggere la sabbia ruttata dal cielo tremendo.
Alle spalle, una balera soffia poche, ultime note.
Sul mai esistito.
Luci di confine si staccano, scivolano leggere oltre il fango così umano, e lentamente, un centimetro dopo l’altro, sfiorano Josh come foglie acuminate o morbide quanto la seta.
Il tramonto lo coglie, tingendo rossa spuma, uccidendo mostri marini, sfigurati... pensieri...
C’è del buio intorno, una specie di caverna dalle pareti umide.
Ancora peggio.
Lassù, briciole di stelle, bagnate dalla bestia e il servo.
Respira a denti stretti.
Certo la bottiglia in mano non è dalla sua parte.
Scuote la testa ostinatamente, in un gorgo buio fatto da riccioli, liquore portoricano, odori salati.
“Suppongo di poterti raccontare la mia storia… visto che per mesi te ne sei fregato…”
Fanculo, si gela.
Attorno a se, crudele, Newton regola tutto.
Rumori, la sesta luna trovata per caso, le dimensioni parallele che vendono riproduzioni identiche del ragazzo seduto su di una sedia in riva al mare, ad ascoltare i rumori giunti…
Solo il vento.
Ora.
(foto di Fioredicollina, testo di JoshuaWeinberg)
Molto sentita cara Fiore..Foto bellissima..Ti abbraccio.
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