mercoledì 8 luglio 2009

Sul piacere




Allora un eremita, che visitava la città una volta lanno,
si fece avanti e disse:
Parlaci del Piacere.

E lui rispose dicendo:
Il piacere è un canto di libertà,
Ma non è libertà.
È la fioritura dei vostri desideri,
Ma non il loro frutto.
È un abisso che esorta alla scesa,
Ma non è profondo né alto.
È un uccello in gabbia che si alza in volo,
Ma non è lo spazio conquistato.
Sì, francamente, il piacere è un canto di libertà.
E io vorrei che lo intonaste in tutta pienezza
Ma temo che a cantarlo perdereste il cuore.

Alcuni giovani tra voi ricercano il piacere come se fosse tutto,
e vengono giudicati e biasimati.
Non vorrei né giudicarli né biasimarli.
Vorrei che cercassero.
E troveranno non solo il piacere,
Poiché il piacere ha sette fratelli,
e il minore è più bello dello stesso piacere.

Non avete udito di quelluomo che,
scavando la terra in cerca di radici, scoprì un tesoro?

E alcuni anziani tra voi ricordano con rimpianto i piaceri,
come errori compiuti nellebbrezza.
Ma il rimpianto è loscurità della mente, e non il suo castigo.
Essi dovrebbero ricordare i loro piaceri riconoscenti
come per il raccolto di unestate.
Ma se il rimpianto li conforta, si confortino pure.

E tra voi vi sono quelli non così giovani per cercare,
né così vecchi per ricordare.
E nella paura di cercare e ricordare,
essi fuggono ogni piacer
temendo di umiliare e offendere lanima.
Ma proprio in questo è il loro piacere.

E in tal modo scoprono tesori,
sebbene scavino radici con mano tremante.
Ma ditemi, chi può offendere lo spirito?
Lusignolo offende il silenzio della notte, o la lucciola le stelle?
E la vostra fiamma o il vostro fumo mortificano il vento?
Pensate forse di poter turbare lo spirito
come con un bastone uno stagno tranquillo?

Spesso, negandovi al piacere,
non fate altro che respingere il desiderio
nei recessi del vostro essere.
Chissà che non vi attenda domani ciò che oggi avete negato.

Anche il vostro corpo conosce la sua ricchezza
e il suo legittimo bisogno, e non permette inganno.
Il corpo è larpa della vostra anima,
E sta a voi trarne musica armoniosa o confusi suoni.

E ora domandatevi in cuore:
"Come potremo distinguere il buono dal cattivo nel piacere?".

Andate nei vostri campi e giardini,
e imparerete che il piacere dellape
è raccogliere il nettare del fiore,
E che il piacere del fiore è conceder allape il suo nettare.

Poiché il fiore per lape è una fonte di vita,
E lape per il fiore è una messaggera damore.
E per lape e per il fiore donarsi e ricevere piacere
è a un tempo necessita ed estasi....
... nel piacere siate come le api e come i fiori.

Kahlil Gibran - Sul Piacere

2 commenti:

  1. Bellissimo questo finale : cercheremo davvero di fare così come dice il grande Gibran!!!! io sono il fiore....ovvio... ;-))
    cara Franca è un piacere ritrovarti e complimenti anche x la foto che immagino sia tua!! :-)

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  2. Gibran non si commenta; la foto èè bellissima

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