Da un verso di Alda Merini:
"Dimmi almeno che oscura meraviglia..."
...già di me ti prende...
Dimmi almeno
che ascoltar
i palpiti d
t
Dimmi almeno
che
l
tacendo,
come un dolce suono
tutto ti pervade...
E, soltanto allor,
io docile m
Da un verso di Alda Merini:
"Dimmi almeno che oscura meraviglia..."
...già di me ti prende...
Dimmi almeno
che ascoltar
i palpiti d
t
Dimmi almeno
che
l
tacendo,
come un dolce suono
tutto ti pervade...
E, soltanto allor,
io docile m
Vagano i miei sogni.
Erranti vagano
su cortine di magiche notti
tra arabeschi di emozioni...
Recisi fiori che,
smarriti tra battiti d
inseguono freddi tramonti
su rive solitarie...
Languidamente
s
piegati steli.
Ecco il mio micione Artù...
Stava lì sempre, come ogni giorno,
tremule mani screpolate dal duro lavoro
e mai, mai un lamento, né un
Due occhi neri, olive di dolce campo
e quella smorfia,
lieve sorriso di una donna tenera.
Stava lì,
come ogni giorno,
sulla sedia di intrecci di corda,
guardando l
"de
dei giovani in amore.
Sempre lì, col rosario in mano,
pia, come Madonna silente,
donna genuina e generosa,
nessuna pretesa,
solo un amore immenso in Dio,
solo amore,
per ogni mattino,
per ogni sera
e per ogni fiore che nasceva.
Carmela, la buona,
la chiamavano le sue amiche,
"à nonna",
la chiamavano "i picciotti" della via,
perché raccontava a loro "i cunti"
"da bedda Sicilia"...
Capelli come l
che raccolti teneva "a tuppu"
e un esile corpo
che spariva sotto le sue nere vesti...
Raccontava ai "nicuzzi"
storie di draghi e di principi
"ca cu spati e spiruni
faciunu a guerra"...
Nelle sere d
seduta stava
attorno alla "conca"
e sferruzzava,
con quelle sue stanche mani,
"çiaurusi" di sapone,
filo intessuto di "cuttunu"...
A volte, stanca il volto teneva
appoggiato a un cuscino:
quello soltanto era riposo...
Quanto tempo è passato,
ma rimasta è
nei cuori di noi bambini
“à nonna Carmela,”
che tutti volevano bene
e grande amore sapeva dare,
e ancora oggi
mia madre
“mi cunta i cunti,
da bbedda e prizziusa
nonna Carmela...”
Poetanecuore & Rosemary3
Ridente paese
tu mi rapisti
in quel lontano dì,
quando tutto sorrideva
a una fanciulla e
promettesti fiori
in ghirlande intrecciate...
Fosti avaro e
non mantenesti
ciò che promettesti...
Ridenti messi
erigesti
a chi,
erede d
s
fecondia di speranze e sogni...
Derubata fui
della mia giovinezza
da empi ladri
e tolta mi fu
l
Ora mi cullano i pensieri
al tuo richiamo
e un sorriso accenno
al mio triste cuore...
Per omaggiare la grande Alda...
Anima affamata
alfin arresa agli affanni...
Afflitta ami,
andando ad amorevoli approdi
appena avvolgi
avanzi audaci...
Attese assai appaganti,
appena appena amiche,
abbracci allievi affettuosi,
addestrandoli ad altri abiti...
Addio, Alda...
Omaggio ad Alda Merini...
Ispirandomi ad un verso di Alda Merini: “ Amo, e Tu sai che l’anima mi è stanca…”
Beffarda è la vita!
Amo e l’anima mi è stanca…
Aspetto che tornino le prime illusioni
ad illuminarne il volto,
volto esangue
con ambigue coperture.
Beffarda la vita mi offre
seducenti e ineluttabili
forze ammaliatrici
che mi additano sorgenti ineffabili…
Anima stanca,
offrimi ancora un po’
della tua linfa!
Additami spazi infiniti ed orizzonti ampi…
Danzano streghe,
pipistrelli e fantasmi
con scope volanti
tra gli improvvisi flussi...
Demoni valicano
le tenebre
scandendo
sull
le ore
della stregata notte...
Complice la luna,
tra nubi, batte...
Spettri sciolgono
le danze folli
d