Stava lì sempre, come ogni giorno,
tremule mani screpolate dal duro lavoro
e mai, mai un lamento, né un
Due occhi neri, olive di dolce campo
e quella smorfia,
lieve sorriso di una donna tenera.
Stava lì,
come ogni giorno,
sulla sedia di intrecci di corda,
guardando l
"de
dei giovani in amore.
Sempre lì, col rosario in mano,
pia, come Madonna silente,
donna genuina e generosa,
nessuna pretesa,
solo un amore immenso in Dio,
solo amore,
per ogni mattino,
per ogni sera
e per ogni fiore che nasceva.
Carmela, la buona,
la chiamavano le sue amiche,
"à nonna",
la chiamavano "i picciotti" della via,
perché raccontava a loro "i cunti"
"da bedda Sicilia"...
Capelli come l
che raccolti teneva "a tuppu"
e un esile corpo
che spariva sotto le sue nere vesti...
Raccontava ai "nicuzzi"
storie di draghi e di principi
"ca cu spati e spiruni
faciunu a guerra"...
Nelle sere d
seduta stava
attorno alla "conca"
e sferruzzava,
con quelle sue stanche mani,
"çiaurusi" di sapone,
filo intessuto di "cuttunu"...
A volte, stanca il volto teneva
appoggiato a un cuscino:
quello soltanto era riposo...
Quanto tempo è passato,
ma rimasta è
nei cuori di noi bambini
“à nonna Carmela,”
che tutti volevano bene
e grande amore sapeva dare,
e ancora oggi
mia madre
“mi cunta i cunti,
da bbedda e prizziusa
nonna Carmela...”
Poetanecuore & Rosemary3
RispondiEliminaCome sapevano essere tenere le nonne dei tempi addietro.
Dolcissimo ricordo!
Le nonne parlavano spesso in dialetto ed era bello ascoltarle.
RispondiEliminaQuesti ricordi sono ora solo nelle foto sbiadite.
dolcissimo ricordo, ritrovo in queste parole tratti della mia nonna e di altre 'nonnine' che ho la fortuna di star loro vicino per lavoro: adoro ascoltarle! Donne preziose, pur nella loro umiltà e semplicità: uniche!!!
RispondiEliminaL'umiltà è una dote senza prezzo, l'unica chiave, insieme alla carità, capace di aprire le porte più importanti, quelle che portano a Dio.
RispondiEliminaUn saluto