lunedì 23 maggio 2011

A livella


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Immagine di franca:"Su le nuvole del Gran Sasso"
 

"Non chiamiamole morti bianche"
Ma che morti bianche, sono morti e basta! Adesso ai figli di Bruno e ai suoi chi ci pensa? Morire di domenica che per il Signore giorno di riposo, significa grande difficoltà per andare avanti. Viviamo in un periodo che crescere dei figli decorosamente è diventato un lusso. Portare sulle spalle il peso di una  famiglia e i gravosi impegni fiscali è una grande impresa. Bisogna rimboccarsi le maniche e tenerle sempre rimboccate.
Per un capo famiglia, c'è poco spazio e tempo per abbracciare i suoi cari, adesso Bruno non ne l'ha più!
Caro Bruno, hai dovuto lavorare anche di notte, i giorni di festa, accettare anche doppi turni e compromessi economici, tutto questo lo hai fatto volentieri perché sei stato un padre un marito.  Bruno non è giusto, solo per essere un genitore hai dovuto pagare una bolletta altissima, hai pagato con la tua vita. Questa è una grande grande vergogna.
Caro Bruno il tuo  nome antico, indicava che eri una persona  decisa e determinata verso i tuoi obiettivi, eri dotato di grande autostima. Eri anche un sognatore. Ma tutto questo non ti ha risparmiato di lasciare la tua famiglia, la tua terra così presto.

Bruno

Sei nato in una terra di
lavoratori e di migranti.
Il tuo nome dal significato
scuro, nero lucente.
Il destino è strano...
sei caduto in un buco nero.
La tua terra ti ha dato i natali
un popolo fiero che alza la testa
anche quando è stanco.
Sei nato all'ombra del Gigante
dove le aquile fanno il nido.
Quando i tuoi figli ti cercheranno.
Proteggili  dall'alto del monte
Torna per loro a volare
fuori del nido.

franca bassi
 

  

Augusta- Dopo 'n esplosione Sta matina alle sette 'n antro operaio è morto e uno ferito.Quanno se vive ce serve 'n po' de giustizzia inzomma 'na livella! Senno quanno semo iti a fa' la tera pe' li ceci. Che ce serve 'a livella?
http://www.youtube.com/watch?v=AZ8mrzSKzQs

3 commenti:

  1. avevo iniziato un racconto intitolato
    "una morte bianca"
    ho dovuto smettere, il morto era, è mio padre,
    si, certo più fortunato di Bruno, è morto in un letto, lentamente, divorato da un male ereditatodai lunghi anni passati in miniere e acciaierie,
    quando gli hanno asportato un polmone era consapevole di quello che lo aspettava ma forse non si aspettava tanto dolore.
    Un dolore a cui ho assistito senza poter far nulla,
    anche lui viveva per la famiglia, 5 figli e una moglie, emigrante da sempre, tornava a casa ogni 6 mesi, poi finalmente un posto "fisso" in acciaieria,
    20 anni così, turni massacranti, non c'era natale o pasqua, domenica, notte o giorno, me lo ricordo sempre sporco di lavoro,
    sai le sue ultime parole coscienti?
    Si guardava le mani, "cosai papà, perchè continui a guardarti le mani? sono belle, bianche e morbide"
    e lui guardandomi con occhi tristi,
    "appunto, troppe belle...."

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  2. Mi dispice, quando si spegni una vita cara si soffre molto.Un caro saluto

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  3. commuovente davvero il tuo post Franca cara , cosi come il commento di Sistercesy....un abbraccio a voi ed una preghiera x Bruno e per il papà dell'amica....

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