…tempi infami.
…come la storia insegna ,il tempo infame ricorda:
e non cambia nulla ,la diatriba si ripete,
lotte di potere si propongono la sfida…
e furono i dominanti ,dell’era della pietra
a raggrupparsi in piccole caverne e la lotta era per il cibo…
…divennero tribù e si sparsero per il mondo
l’impero vollero ingrandire ,e fu la gloria!
costruirono castelli e l’aristocrazia ebbe il sopravvento,
i re e le regine sfoggiarono corone
e non fu abbastanza ubbidire a un solo uomo,
tra guelfi e ghibellini contesero il momento:
battaglie e pestilenze si diffusero
e a mille morirono per ideologie folli…
…e ancora ad oggi ,non è cambiato nulla:
la morte trova vita solo se sei sveglio , la fame fa l’attesa,
è solo una pretesa?
ci sono insulti e calunnie d’ogni specie
per poi sedersi in poltrona e vedersi la partita,
chi la vuole cotta,chi la vuole cruda
il cittadino ne fa le spese e ha paura…
…e mi domando:
ci vuole tanto ,prendere per mano un bambino?
dargli un futuro, una biglia per giocare,
guardare meno alla propria pancia
dividere il companatico con chi ne ha bisogno…
…e fu tempo della forza ,scontri sanguinosi divisero i fratelli
guerre immani dolore han lasciato il segno
e forse qualcuno ha già dimenticato,
e si dicono colti i saputelli
dettano giustizia con il mitra in mano,
scambiano l’arte col l’ombrello ,
vanno a casa a curare l’orticello…
…e nessuno da nulla ,se non c’è baratto
la vita è dura per tutti ,specialmente per gli afflitti,
lottano per crescere famiglia
e a proprie spese pagano in salute…
…ed io combatto con la sola penna
le mie forze volgono al tramonto,
amore,amarezza dai miei occhi si distoglie
mi guardo allo specchio e mi curo le mie ciglia…
…e c’è la gara alle sanzioni
la mano va dritta al portafoglio,
e se ognuno con onestà facesse il suo mestiere
lascerebbe ad ognuno il suo privato,
la convivenza allieterebbe gli umori
e un sorriso la soluzione …
e per farla breve :
io, non credo più a nessuno,
pago i tempi infami e da solo mi incammino…
il poeta narratore.