Nascita eccelsa
Trepidamente vaga
Stella d’oriente
Un Bambinello
Un giaciglio di paglia
Maria che culla
Nascita eccelsa
Trepidamente vaga
Stella d’oriente
Un Bambinello
Un giaciglio di paglia
Maria che culla
Ringrazio tutti coloro che continuano a seguire ed a collaborare in questo nostro blog di emozioni e di sentimenti:
a voi ed alle vostre Famiglie i miei più sinceri Auguri di Liete Feste.
( il laghetto di Salsomaggiore: dicembre 2010 )
AUGURO
a Fiordicollina, ai collaboratori ed agli amici che transiteranno su questo blog,
un Felice Natale
ricco di doni spirituali, serenità e gioia.
criverbaniapresidenza.blogspot.com
foto di Matthieu Gauchet - style.it
E' seduta a capo chino
lo sguardo fisso a terra
le mani abbandonate sul grembo
e un lieve sorriso sulle labbra.
Una fitta rete di venuzze azzurrognole
disegnano sul dorso delle mani strani arabeschi.
Sono bianche le mani, curate
non sembra conoscano il lavoro manuale
e su quel candore
le venuzze risaltano di più
sembra stiano per scoppiare.
Sono affascinata da quelle mani!
Penso alle carezze che avranno donato
e forse ora sono immote
perchè non hanno più un volto da accarezzare.
Mani che non servono
se non possono sfiorare un viso.
Mani inutili
se non sanno a chi donare una carezza.
Mani
da abbandonare sul grembo.
Marilicia o5/12/2010
Soffice candido manto
che
ogni cosa copre...
Candidi fiocchi
che
scendono
come lacrime a rigar
un volto...
Al suolo s'adagiano
con la lieve carezza d'una mamma...
Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole di fumo
del focolare
(Giuseppe Ungaretti)
Napoli, il 26 dicembre 1916
Ho voluto ricordare questa poesia in vista del prossimo Natale: la trovo così attuale, così moderna e, per quel che mi riguarda, così vicina a ciò che io stessa provo, seppur scritta dall'autore in un particolare momento e stato d'animo. Infatti questa famosa poesia fu scritta durante un permesso. L’opera parla della tristezza del poeta, ancora impressionato dalla guerra.
Ungaretti frantuma i versi per dare l’impressione di un singhiozzo. Questo ritmo crea infatti tristezza e raggela l’animo del lettore, il che contrasta con l’immagine del caminetto, il quale più che calore sembra evocare fredde emozioni.
lobodilattice.com
Perchè questo silenzio
mi frastuona?
Altro rumore non odo
che questo silenzio
che non è pace,
non è riposo,
non è beatitudine.
E' un silenzio cattivo, amaro,
che parla di abbandono,
di noncuranza,
di solitudine.
La mia anima inquieta
lo percepisce,
lo fiuta, poi l'allontana.
Non mi serve!
Voglio aneliti di vita,
sorrisi luminosi,
profumo di petali che si aprono al sole.
Voglio la luce rosea dell'alba,
le ombre fosche del tramonto,
i colori iridescenti dell'arcobaleno.
Voglio sentire la vita scorrere dentro di me.
Non mi serve questo silenzio!
Marilicia 06/12/2010