Sia la mia canzone
dell
dell
dei campi ricchi di raccolti d
del sorriso di festose acque!
Sia semplice il mio canto
come il risveglio del mattino,
come il gocciolare della rugiada
dalle foglie.
Da Kheya
tessevano trame nella radura del bosco,
in un pomeriggio d
sulla verde acqua che tremava
il monologo del vento
suonava nel mio flauto.
Ogni pena, ogni preoccupazione
furono spazzate via...
Oggi io sento
il fremito del velo colorato,
il sospirare della brezza,
lo sguardo che invita,
l
Da Vicitrita.
Rabindranath Tagore.
grazie Marilicia della tua costante presenza e di questi bellissimi scritti, veramente grande questo autore!
RispondiEliminaversi meravigliosi, soprattutto la seconda (ma è meglio tenerle entrambe : )) irene
RispondiElimina