è a volte più vicino
di qualcuno a portata di mano.
E
che la montagna ispira più reverenza
e appare più chiara al viandante della valle
che non all
~ Kahlil Gibran
Il logoro giorno
cede la luce alla tetra notte.
Barbagli dalle calde sfumature
riflettono l’incantevole volta
che, impallidendo, scolora…
Commenta l’universo, impudente,
addormentato su giacigli polverosi,
ed impugna
l’inarrestabile languire del giorno
che, licenzioso,
sonnecchia lontano
da sguardi ammiccanti…
Impalpabili creature
popolano il regno dei sogni
dove tutto è realizzabile
con ingombranti meraviglie!
Inafferrabile, emigra,
divaricando con disinvoltura,
gli avanzi del giorno appena trascorso…
Ogni giorno, un contadino portava l’acqua dalla sorgente al villaggio in due grosse anfore che legava sulla groppa dell’asino, che gli trotterellava accanto.
Una delle anfore, vecchia e piena di fessure, durante il viaggio, perdeva acqua.
L’altra, nuova e perfetta, conservava tutto il contenuto senza perderne una goccia.
L’anfora vecchia e screpolata si sentiva umiliata e inutile, tanto più che l’anfora nuova non perdeva l’occasione di far notare la sua perfezione : “Non perdo neanche una stilla d’acqua, io”.
Un mattino, la vecchia anfora si confidò con il padrone : “Lo sai, sono cosciente dei miei limiti. Sprechi tempo, fatica e soldi per colpa mia. Quando arriviamo al villaggio io sono mezza vuota. Perdona la mia debolezza e le mie ferite”.
Il giorno dopo, durante il viaggio, il padrone si rivolse all’anfora screpolata e le disse : “Guarda il bordo della strada”.
“E’ bellissimo, pieno di fiori”.
“Solo grazie a te” disse il padrone. “Sei tu che ogni giorno innaffi il bordo della strada. Io ho comperato un pacchetto di semi di fiori e li ho seminati lungo la strada, e senza saperlo e senza volerlo, tu li innaffi ogni giorno”.
Siamo tutti pieni di ferite e screpolature, ma se vogliamo, Dio sa fare meraviglie con le nostre imperfezioni.
di Bruno Ferrero