venerdì 14 agosto 2009

...freschezza destate.

 
Freschezza d’estate.
 
….disegna il sole
anatomie di donne
sulla battigia ...
 
...e lo sguardo
invidioso
le coglie....
 
...mentre io
sparviero di un nulla
aborro
la meschina faccia...
 
 
…quante sciabole
sfoderate
sott’acqua!
…e che risolini
di piacere!
 
è lestate ...
 
il poeta narratore.

Buon Ferragosto!


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042DANIMADA


giovedì 13 agosto 2009

Dedicata agli amici blogger

Lassù sulla montagna!
Un amico lontano
 è a volte più vicino
  di qualcuno a portata di mano.
   E vero o no ....
    che la montagna ispira più reverenza
     e appare più chiara al viandante della valle
      che non allabitante delle sue pendici ?
      ~ Kahlil Gibran

lunedì 10 agosto 2009

San Lorenzo

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(immagine dal web)

Notte di stelle cadenti
per gli innamorati ardenti
che stanno a guardare
abbracciati a sognare
"esprimi un desiderio"
dice Lui serio
"con te vorrei per sempre restare"
risponde Lei senza le labbra scostare
da quel volto tanto amato
da quel corpo così tanto desiderato...

Gli anni son passati
ed i sogni naufragati
ora Lei il cielo guarderà
ed a Lui penserà:
ogni stella che brilla e cade
ricorda lacrime amare
di un tempo che fu
di un Amore che non torna più...

domenica 9 agosto 2009

Tramonto...

Il logoro giorno
cede la luce alla tetra notte.
Barbagli dalle calde sfumature
riflettono l’incantevole volta
che, impallidendo, scolora…
Commenta l’universo, impudente,
addormentato su giacigli polverosi,
ed impugna
l’inarrestabile languire del giorno
che, licenzioso,
sonnecchia lontano
da sguardi ammiccanti…
Impalpabili creature
popolano il regno dei sogni
dove tutto è realizzabile
con ingombranti meraviglie!
Inafferrabile, emigra, 
divaricando con disinvoltura,
gli avanzi del giorno appena trascorso…

mercoledì 5 agosto 2009

La mia valigia

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(immagine dal web)

Porto ancora con me,
nei viaggi per le strade del mondo,
la mia antica valigia e gli occhiali da sole.
Vorrei lasciarli lì, in una piccola stazione di un posto
lontanissimo, abbandonata tra i binari di un treno di un altro tempo.
Vi trovereste, aprendola, lacrime e poesie,
parole nel cuore... parole nella testa.
Ancora,
cogliereste canzoni passate,
sorrisi e pianti, solitudini e rabbia.
E poi questa invadente nostalgia che si mescola ai ricordi e che,
insieme al dolore di perdite ancora sanguinanti,
mi impedisce di spiccare il volo oltre il mare infinito.
Certe sere la mia valigia è troppo pesante,
certe notti è troppo piena, e mi toglie la luce della luna,
il luccichio delle stelle, il canto delle cicale nelle sere destate.
Per portarla devo lasciarla, per lasciarla devo aprirla,
per aprirla devo piangere ancora.
Ma non sono stanco di piangere: non lo sarò mai!
Vorrei accendere questa notte stellata di primavere
e danzare fino al mattino, a piedi nudi nella sabbia,
vorrei abbracciarti e sussurrarti parole damore
cantando la gioia del mio cuore,
vorrei alleggerire il mio cuore di ogni paura,
salire sulla collina e galoppare fino al tramonto,
fino allinsegna di quellultimo bar
con la forza e il tremito dei miei pensieri e del mio cuore.
Vorrei...
Vorrei poggiare il capo sul tuo braccio
e raccontarti tutte le favole della mia vita.
Dovrei...
Si... forse, dovrei appoggiare la mia valigia lì,
in quellassolato mare di pensieri...
Un giorno,
i sogni e i dolori che la riempiono,
la felicità dei sorrisi e la rabbia del pianto
saranno solo brevi racconti di una vita piena e sincera:
la vita che porto dentro al mio cuore.

Salvatore Ferrara.

martedì 4 agosto 2009

Lanfora imperfetta

Ogni giorno, un contadino portava l’acqua dalla sorgente al villaggio in due grosse anfore che legava sulla groppa dell’asino, che gli trotterellava accanto.
Una delle anfore, vecchia e piena di fessure, durante il viaggio, perdeva acqua.
L’altra, nuova e perfetta, conservava tutto il contenuto senza perderne una goccia.
L’anfora vecchia e screpolata si sentiva umiliata e inutile, tanto più che l’anfora nuova non perdeva l’occasione di far notare la sua perfezione : “Non perdo neanche una stilla d’acqua, io”.
Un mattino, la vecchia anfora si confidò con il padrone : “Lo sai, sono cosciente dei miei limiti. Sprechi tempo, fatica e soldi per colpa mia. Quando arriviamo al villaggio io sono mezza vuota. Perdona la mia debolezza e le mie ferite”.
Il giorno dopo, durante il viaggio, il padrone si rivolse all’anfora screpolata e le disse : “Guarda il bordo della strada”.
“E’ bellissimo, pieno di fiori”.
“Solo grazie a te” disse il padrone. “Sei tu che ogni giorno innaffi il bordo della strada. Io ho comperato un pacchetto di semi di fiori e li ho seminati lungo la strada, e senza saperlo e senza volerlo, tu li innaffi ogni giorno”.

Siamo tutti pieni di ferite e screpolature, ma se vogliamo, Dio sa fare meraviglie con le nostre imperfezioni.

di Bruno Ferrero

lunedì 3 agosto 2009