mercoledì 15 dicembre 2010

Mani


foto di Matthieu Gauchet - style.it




E' seduta a capo chino
lo sguardo fisso a terra
le mani abbandonate sul grembo
e un lieve sorriso sulle labbra.
Una fitta rete di venuzze azzurrognole
disegnano sul dorso delle  mani strani arabeschi.
Sono bianche le mani, curate
non sembra conoscano il lavoro manuale
e su quel candore
le venuzze risaltano di più
sembra stiano per scoppiare.
Sono affascinata da quelle mani!
Penso alle carezze che avranno donato
e forse ora sono immote
perchè non hanno più un volto da accarezzare.
Mani che non servono
se non possono sfiorare un viso.
Mani inutili
se non sanno a chi donare una carezza.
Mani
da abbandonare sul grembo.


Marilicia o5/12/2010

 

martedì 14 dicembre 2010

Neve

 

Soffice candido manto
che
ogni cosa copre...

Candidi fiocchi
che
scendono
come lacrime a rigar
un volto...

Al suolo s'adagiano
con la lieve carezza d'una mamma...
 

sabato 11 dicembre 2010

Natale di Giuseppe Ungaretti

i miei pelosi

Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole di fumo
del focolare

(Giuseppe Ungaretti)
Napoli, il 26 dicembre 1916

 

Ho voluto ricordare questa poesia in vista del prossimo Natale: la trovo così attuale, così moderna e, per quel che mi riguarda, così vicina a ciò che io stessa provo, seppur scritta dall'autore in un particolare momento e stato d'animo. Infatti questa famosa poesia fu scritta durante un permesso. L’opera parla della tristezza del poeta, ancora impressionato dalla guerra.
Ungaretti frantuma i versi per dare l’impressione di un singhiozzo. Questo ritmo crea infatti tristezza e raggela l’animo del lettore, il che contrasta con l’immagine del caminetto, il quale più che calore sembra evocare fredde emozioni.

venerdì 10 dicembre 2010

Il frastuono del silenzio



lobodilattice.com


Perchè questo silenzio
mi frastuona?
Altro rumore non odo
che questo silenzio
che non è pace,
non è riposo,
non è beatitudine.
E' un silenzio cattivo, amaro,
che parla di abbandono,
di noncuranza,
di solitudine.
La mia anima inquieta
lo percepisce,
lo fiuta, poi l'allontana.
Non mi serve!
Voglio aneliti di vita,
sorrisi luminosi,
profumo di petali che si aprono al sole.
Voglio la luce rosea dell'alba,
le ombre fosche del tramonto,
i colori iridescenti dell'arcobaleno.
Voglio sentire la vita scorrere dentro di me.
Non mi serve questo silenzio!


Marilicia 06/12/2010



 

sabato 4 dicembre 2010

NellInfinito

 

blog.libero.it


Con lo sguardo rivolto all'orizzonte
valico la linea di confine
per ritrovarmi sull'altra sponda
ansiosa di vedere cosa c'è.

Un mare azzurro e un'isola segreta
dove mi rifugio incantata
sorrido a ciò che mi circonda
felice di trovarmi in libertà.

Comincio a scandagliare i fondali
a prendere confidenza con la Natura
che è rigogliosa e un po' selvaggia
frastagliata da scogli e insenature.

Respiro a pieni polmoni l'aria fresca
sono certa d'essere approdata in Paradiso
flebile mi arriva un canto celestiale
accompagnato dal suono d'un violino.

Vorrei restare quì in eterno
non svegliarmi più dalla malia
che mi tiene come in apnea
prigioniera ma per mia volontà.

Sogno, vago e son felice
non avverto più il peso del corpo
sono diventata solo anima
che si muove nell'Eternità.


Marilicia 30/11/2010

giovedì 2 dicembre 2010

Neve


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Silenziosa scende la neve
e tutto ammanta di bianco
L'arancione dei cachi
da una nota di colore

al paesaggio surreale
divenuto improvvisamente
un quadro in bianco e nero.



venerdì 26 novembre 2010

Il tuo sguardo




fotolog.com


Il tuo sguardo
più luminoso del raggio
che prennuncia il mattino,
ha scaldato il mio cuore.

Un raggio, tramontato
nell'arco di un giorno,
inabissatosi all'orizzonte
come il sole in una bella
serata d'estate
e poi, buio, silenzio,
tristezza, malinconia.

A volte riesco a catturarlo
nei ricordi, il tuo sguardo
ed un dolore pungente
avverto nel cuore
perchè realizzo che,
come il raggio tramontato,
il tuo sguardo
non potrà più scaldarmi.


(Marilicia)


 



domenica 21 novembre 2010

Scrivo di te.

Scrivo di te .

Scrivo di te e odo ancora la tua voce
sento in strada i rumori dell’inutili tue grida ,
sento che t’ho persa e mai più verrò a cercarti
chiudo la pagina del cuore e min’cammino nel sentiero dei delusi.

Di me sei ancora innamorata!
Lo so perché con le tue bugie ti sei condannata ,
mi hai usato preso come tu volevi
come uno schiavo incatenato.

Un oggetto di comodo per soddisfare le tue pretese .

Scrivo di te con un cielo senza nuvole
nella serena quiete scopro nuove muse per reali scopi;
da esperienza fatta colgo il meglio che mi spetta
rimarrai sola e mai più per te farò l‘equilibrista.

Mi sento aquilone e spazio sul grande mare
lì c’è la fonte dell’amore puro;
io gabbiano uomo di ricamate tele mi ripropongo più sicuro
con la femmina sincera lei mi farà godere .

I miei occhi guardano lontano !
Vedo che la tua immagine s’è già sbiadita,scolorata,
tu l’ingannatrice sei stata ;
dall’orgoglio del mio vuoto son guarito
risorgo prepotente e riprendo la mia strada.

Scrivo di te perché ora mi sento libero!
Già lontana è la tua ombra che evapora come fumo,
volo in altri lidi e su lenzuoli bianchi provo il desiderio
con l’altra donna vado a far l’amore.

Mi fermo e osservo, ho ripreso a volare la mia vita.

poetanarratore

Omaggio ad Ungaretti

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