martedì 8 marzo 2011

Donna...



D oni con gioia
O gni bene e
N oncurante
N avighi
A spergendo dignità

Dedicata alle donne

8 marzo

Un difetto nelle donne...



Le donne hanno forze che sorprendono gli uomini...
sopportano fatiche e portano fardelli,
ma comprendono la felicità, l'amore e la gioia.
Sorridono quando vogliono urlare.
Cantano quando vogliono piangere.
Piangono quando sono felici
e ridono quando sono nervose.
Combattono per quello in cui credono...
si ribellano all'ingiustizia.
Non accettano un "no" come risposta
quando credono che ci sia una soluzione migliore.
Rinunciano per far avere di più alla famiglia.
Vanno dal dottore con un'amica spaventata.
Amano incondizionatamente.
Piangono quando i loro figli vincono
e festeggiano quando i loro amici ricevono premi.
Sono felici quando sentono parlare di una nascita o di un matrimonio.
I loro cuori si spezzano quando muore un amico.
Stanno in lutto per la perdita di un membro della famiglia
ma sono forti quando pensano che non sia rimasta più forza.
Sanno che un abbraccio ed un bacio possono curare un cuore spezzato.
Di donne ce ne sono di tutte le forme, misure e colori.
Guideranno, voleranno, cammineranno, correranno
o ti invieranno e-mail per mostrarti quanto tengano a te.
Il cuore di una donna è ciò che continua a far girare il mondo.
Portano gioia, speranza e amore.
Hanno compassione ed idee.
Danno supporto morale alla famiglia e agli amici.
Le donne hanno cose vitali da dire e tutto da dare.
Comunque, se c'è un difetto nelle donne
è che si dimenticano del loro valore.

(ricevuta oggi in email da un'amica)

Giornata Internazionale delle Donne: auguri!!!

Un omaggio alle grandi donne della nostra storia più o meno recente che con il loro impegno hanno sfidato gli stereotipi e si sono imposte in diversi campi... dalla politica al cinema, al giornalismo, alla moda, alla scienza...

sabato 5 marzo 2011

Carnevale di una volta...



"Carnevale
ogni scherzo vale"
mi rivedo bambina
vestita da fatina
con le amichette andavo
ed al veglione sfilavo:
c'era tanta allegria
che ora a pensarci
mi vien la malinconia...

(ricordo di Fiore, grafica di Anto)

 

Tanka - Maschera


 

Machiavellica
Medi maestosi meandri
Ma meditando

Marmorea metafora
Muovi muti momenti

 

venerdì 4 marzo 2011

Nostalgia

img005

                                       Ceglie Messapica - contrada Marangi - pineta Ulmo immagine  Franca Bassi

A Ceglie
 

Io scrivo  questa sera a te Ceglie,
chi dice che sei solo dei Cegliesi.
Io dico: "Che tu Ceglie" sei solo
di chi ti ama, di chi ti rispetta,
di chi lascia un'impronta d'amore 
al suo passare.
Da quando mi hai rapita, sei come
un'amante la sera con te m'attardo,
ti desidero, ti amo e ti rispetto 
Ceglie mia. 
Franca Bassi

La frenesia dellattesa.

La frenesia dell’attesa.

Fu un giorno d’estate
un fatidico incontro
uno sguardo ,un’intesa .

Fu il primo appuntamento ,
aspettavo con ansia ,
non stavo nella pelle .

Chissà se verrà!
Il vento sussurrava la tua presenza
il mio cuore batteva forte .

E tu come una stella
vestita di bianco eri quel giorno
una veste di pizzo
le tue gambe affusolate e lisce come seta
tutto dentro mi ribolliva .

Il primo bacio ,
lo ricordo quell’istante
il tuo corpo emanava profumo di viole
ed io impacciato
ero lì ad abbracciarti .

Fu la frenesia del primo incontro
e altri ancora
ogni volta sempre di più ti volevo
desideravo il tuo amore.

Ora siamo qui
indifferenti in attesa
non c’è più frenesia .
Rimane il ricordo del primo incontro.

Poetanarratore.

*****

Carissima Fiore
ti posto le mie prime poesie
a partire da questa.

 

giovedì 3 marzo 2011

Carnovale

Er pajaccio

Immàggine de la sora  franca 

 Er pajaccio

Guardà er viso
der pajaccio sur commò?
Lo sguardo triste
poi te fa l'inchino
e ride
sembra che te vo' di'
ancora te stai a specchia'?
Smettela
lo vedi sei pùro invecchiato!
e c'hai er capello brizzolato!
'Sta vòrta la regazzetta
te conviene de lassa' 'nna'!
Guardete a lo specchio
guardete bbene
e se a lo specchio nu je credi
guardete la carta d'identità.

franca bassi
 


Poesia del pane (Gianni Rodari)


Se io facessi il fornaio vorrei cuocere un pane così grande da sfamare tutta la gente che non ha da mangiare. Un pane più grande del sole, dorato, profumato come le viole.
Un pane così verrebbero a mangiarlo dal Brasile, dall'India, dall'Africa, da tutto il mondo, i poveri, i bambini, i vecchietti, gli uccellini.
Sarà una data da studiare a memoria: un giorno senza fame, il più bello della storia.