Volò il gabbiano smarrito sul mare
si posò impaurito sull’incosciente mistero ,
distratto si ferì e cadde al suolo
spezzò le sue ali di vento per non volare.
Tu mi hai donato i giorni più belli!
Momenti in cui l’esuberanza accresceva l’impazienza,
aprivi a me il tacito consenso il sublime appiglio
di salvezza la sorgente mi sfamavi col pane degli umani.
Fu il volo più alto che feci nell’era dell’amore
concerti di musica addobbavano i flussi ancestrali,
l’unisono si sentiva da lontano
era l’eco che guidava il nostro amore.
Patetico io sono e rimembro stoltezze d’un passato :
mi imbevo d’acqua santa trascinandomi nell’ignoto,
fuggo sperando che si ripeta il grande sogno
rievoco il senso che può,deve avere.
Non c’è luogo su questa terra che possa rendermi felice :
tutto resta torbido se non ci sei
l’abisso profondo dimora nella squallida fontana
basterebbe che tu tornassi come prima.
… e da lassù ,oltre le cime della bianca luna
lassù ove ogni splendore abbaglia l’angoscia disperata,
la vita diventa un’ora d’amore
un’erba che sana ogni ferita.
Poetanarratore.